Islanda- Diario di viaggio Episodio 4- Husavik, Jokulsàrgljùfur,la cascata Dettifoss

Islanda- Diario di viaggio Episodio 4- Husavik, Jokulsàrgljùfur,la cascata Dettifoss

5 Agosto 2016

Partiamo da Akureyri abbastanza presto, la nostra destinazione è Husavik, cittadina famosa per le sue case colorate e per il Whale watching.

Seguiamo la statale 1 per circa 50 Km in direzione del lago Mivatn, poi poco prima della cascata Godafoss prendiamo il bivio sulla statale 85 in direzione di Husavik. La zona è deserta e incontriamo pochi veicoli e poche case sparse.

Il paesaggio è come sempre affascinante, la strada stretta ma in buone condizioni.

Arriviamo a Husavik abbastanza presto, facciamo un giro in paese per orientarci e comprare qualcosa per pranzo. La città è davvero pittoresca, è la classica cittadina nordica dell’immaginario…le case multicolori, il porto, le montagne con le cime innevate…che bello !!

Facciamo check in nella struttura che abbiamo prenotato, un mini appartamento che pensavamo dotato di angolo cottura…già pensavamo…peccato che non ci sia! E’ una grande stanza con zona relax, tavolo, bollitore, tazze, thè e caffè, ma per cucinare non c’è nulla. In compenso c’è un bel terrazzo esterno con vasca idromassaggio ad uso esclusivo e… dal rubinetto acqua termale caldissima!Magnifico!! Rileggendo meglio la prenotazione vediamo che non era specificato “angolo cottura”, la stanza era definita “apartment” e noi abbiamo frainteso…comunque nel complesso la stanza è così bella e curata nei particolari che superiamo il disguido praticamente subito.

Decidiamo di andare ad esplorare un po’ la zona, proseguiamo sulla statale 85 girando intorno alla penisola di Tjornes; arriviamo ad Asbirgi,  accesso Nord  al parco nazionale di Vatnajokull che visiteremo nei prossimi giorni: istituito nel 2008 è la fusione del parco di Jokulsàrgljùfur e di Skaftafell.

Andiamo ancora oltre e arriviamo alla piccolo villaggio di Kopasker, affacciato sul mare lungo la costa dell’Oxarfjordur. Il villaggio è famoso per il suo “centro sui terremoti”, preparato all’interno della scuola  dopo che il forte terremoto del 1976 colpì la zona. C’è poco altro ma il luogo è tranquillissimo e ispira una sosta. Mangiamo un panino seduti su una panchina in un bel prato, a pochi metri dal mare. Basta poco per sentirsi felici!!

La zona tra la penisola di Tjornes e Oxarfjordur è geologicamente molto interessante. Tjornes è ricca di fossili marini e la zona prima di Asbirgi, la Kelduhverfi  ha il terreno pieno di fenditure e piccoli crepacci dovuti al fatto che qui la dorsale medio atlantica si immerge nel mare. Come in altre zone dell’Islanda qui si comprende che la placca nord Americana e quella Europea si stanno allontanando, dividendo in due l’isola. Sono fenomeni lenti ma in tutta l’Islanda si percepisce che il pianeta è vivo e in continua trasformazione.

Rientriamo a Husavik in tempo per riempire la vasca di acqua termale e farci un bagno rilassante. Per cena spiedini di pesce e verdure, torta al rabarbaro.

6 Agosto

Oggi visiteremo la cascata Dettifoss. Partiamo subito dopo colazione  e percorriamo la statale 85 fino a qualche Km prima di Asbirgi. Prendiamo la strada 862 che porta alla cascata Dettifoss collegandosi poi con la Hringvegur. La strada è praticamente una pista, a tratti ghiaiosa o in terra battuta: in ogni caso è piuttosto brutta e bisogna andare piano. Sono solo una trentina di Km ma abbastanza avventurosi, con curve e saliscendi…sperando di non incrociare altri veicoli…comunque dopo circa 45 minuti arriviamo al parcheggio da dove parte il sentiero che ci condurrà alla cascata.

Dopo il tragitto in auto fare 4 passi è quello che ci vuole.

Il sentiero è ben segnalato e man mano che ci si avvicina alla cascata il fragore dell’acqua è sempre più forte e si vedono nuvole di aerosol d’acqua. E poi finalmente appare lei…una cascata spettacolare, bellissima! Alta 44 metri e larga 100 ha una portata inimmaginabile: circa 200 metri cubi al secondo, variabili in base alla stagione. Uno spettacolo che lascia senza parole, davvero indimenticabile! Passeggiamo lungo il bordo, ammirando tutta la potenza di questa meraviglia della natura. Camminando lungo il sentiero è possibile vedere anche la cascata Selfoss, più piccola ma non per questo meno bella. Il sentiero in tutto è lungo circa 2,5 Km, il paesaggio è fantastico.

Decidiamo di andare dall’altro lato della cascata, per farlo dobbiamo percorrere la strada 862 fino all’incrocio con la Hringvegur, seguirla per alcuni Km fino al bivio per Grimstunga, poi imboccare la 864 verso Asbirgi. Praticamente si percorre un anello. Il tratto di strada da Dettifoss alla Hringvegur è asfaltato, è la via più frequentata dai bus turistici provenienti da Akureyri e dal lago Mivatn. La 864 invece è nuovamente sterrata e stretta.

Arriviamo al parcheggio, lasciamo l’auto e camminiamo lungo il sentiero, da cui si ammira il fiume, la cascata e la natura circostante. Arriviamo proprio sul bordo della cascata e da quel punto ci si rende conto di tutta la forza che possiede questa massa d’acqua. E’ davvero meravigliosa, potente e maestosa.

Dopo un paio d’ore decidiamo di ripartire, arriviamo ad Asbirgi e al centro visitatori prendiamo alcune mappe del parco. Lasciamo l’auto al parcheggio del campeggio, siccome è  già pomeriggio inoltrato optiamo per un percorso non troppo lungo, scegliamo  un sentiero che arriva ad un piccolo lago, incastonato tra le ripide pareti del canjon. Al lago incontriamo un gruppo di ragazzi islandesi, alcuni in costume tipico, che intonano alcune canzoni tradizionali. Il tocco che ha reso ancora più magico questo posto. Ritorniamo al parcheggio  passando per la foresta, molto bella. Ci sono parecchi funghi porcini e altre specie nobili che nessuno raccoglie…chissà perché.

Il Canjon di Asbirgi è stato formato dall’erosione dell’impetuoso fiume Jokulsà, che nasce dall’immenso ghiacciaio Vatnajokull e che forma la spettacolare cascata Dettifoss.

Rientrando ad Husavik andiamo a dare un’occhiata alle agenzie turistiche del porto che propongono il whale watching: i prezzi sono altissimi, 200-250 € a persona per max 3 ore di navigazione. Ci pare eccessivo, abbiamo avuto la fortuna di vedere le balene in Nuova Zelanda dove i prezzi erano più accessibili per cui decidiamo di rinunciare.

Non rinunciamo però al bagno termale sul nostro terrazzo ed a una buona cena a base di pesce.

7 Agosto

Torniamo al parco Vatnajokull e visitiamo una parte del canjon, la zona di Vesturdalur. Per arrivare  percorriamo per un tratto la mitica strada 862  fino al bivio che indica la zona di Vesturdalur. Lasciamo l’auto al parcheggio indicato che èm ovviamente attrezzato con tavolini, cestini per i rifiuti e  bagni pubblici pulitissimi, come in  tutti i parcheggi visti finora.

La zona è nota per le particolarità geologiche ma non sono in molti a spingersi qui. Scegliamo un sentiero ad anello di circa 3 Km  e arriviamo a Hljòdaklettar, una zona di rocce basaltiche dalle forme più strane: ventagli, rosette, archi e le più “classiche” colonne esagonali che però qui sono in posizione orizzontale e non verticale come in altri luoghi. Davanti a certe meraviglie che solo la natura può creare si rimane davvero senza parole. Proeseguendo per il sentiero incontriamo grotte, vallate e crateri dai colori insoliti. Che meraviglia!! La zona si chiama Raudhòlar.

Nel frattempo però il cielo si è rannuvolato, soffia anche un vento freddo…ci spingiamo fino al fiume per vedere le formazioni rocciose chiamate Karl og Kerling che significa “marito e moglie”. La leggenda dice che queste due formazioni rocciose sono 2 troll pietrificati.

Inizia a piovere, proseguiamo comunque ancora per un po’ lungo il sentiero che si spinge nella vallata, in direzione di Dettifoss. Anche qui molti funghi commestibili ma abbiamo scoperto perché non li raccolgono: semplicemente non li mangiano, non fanno parte dei cibi tradizionali Islandesi!

La pioggia e il freddo aumentano quindi decidiamo di rientrare.

Il Parco Vatnajokull è molto grande  e Jokulsàrgljufùr è l’accesso nord. La zona è veramente spettacolare, paesaggi insoliti quanto meravigliosi ci hanno stupito, affascinato, incantato. Vale sicuramente la pena spingersi fin quassù per ammirare cose che solo la natura può creare.